Siamo tutti arrabbiati, ehi tu, hai problemi? Dico a te…. Cazzo vuoi, che hai da guardare… Ho la precedenza testina…. Pezzo di… la vuoi finire di fare casino, strz.. che non sei altro.. ma brutto figlio di… Alla posta, in un parcheggio, al telefono, al lavoro, c’è una foresta di luoghi dove il meno che ci può succedere è perdere la trebisonda, poi, basta che si scopra un nervo per lasciare che il comando delle nostre facoltà lo prenda una solenne incazzatura. Quando anche il comando dell’incazz.. non è più in grado di reggere la situazione, sono gli arti inferiori o superiori che entrano in azione, alcuni più arcaicamente attaccano con la testa bassa. Mi ricordo da bambino quando durante una lite con un compagno ho ricevuto una testata, la prima cosa che ho pensato, a parte il dolore, è stata, geniale… ma come gli è venuto in mente. Pugni, calci, spintoni, a volte interferiscono i più organici e freudiani sputi, che depredano l’onore del contendente, pensare che per alcuni capi tribù dell’Amazzonia, sputare addosso ad altri è un atto purificatorio. Oggi è più facile perdere le staffe, la connessione alla globalizzazione induce le nostre giornate in una sindrome di precarietà, l’insicurezza è in ogni tacca del telefonino, in ogni file che potrebbe scomparire, in ogni e-mail che potrebbe annunciare novità improvvise. La paura è nell’aria, ci si difende con i grossi Suv, con cani rottweiler, pittbul, con i videocitofoni, gli antifurti satellitari…. i contratti prematrimoniali, gli antivirus, i dubbi e le domande depredano già la mattina dal piacere di un caffé e un cornetto in santa pace. Il nemico è ovunque… è quel o quella collega che mi vuole fottere, è il tempo che scappa via per non farsi vedere, il nemico è nelle frasi di circostanza che ci sentiamo rivolgere, il nemico è nel dover continuamente dire: spero di fare in tempo… drogati di tempo e dal tempo, quando per disintossicarsi ci vuole sempre altro tempo…
Incalzante, lucido, analitico. E alla fine hai l’affanno. “Speriamo di finire di leggere il post prima che mi si blocchi la connessione.
cazzarola certo che metti in difficoltà tu chi ti legge eh?
…. con l’accendino scarico chi incendierà il mio tempo?
Mioddio, Parra, un post tanto triste quanto vero. Purtroppo.
Bravo, hai fotografato in un istante tutte le ansie che ci stanno rendendo la vita se non difficile, sicuramente meno bella. Il nemico, secondo me è uno solo ed è colui che ti induce ad avere sempre paura. E’ questa forma di potere occulto che ti bombarda ogni giorno di pericoli e situazioni allarmanti. Io credo che nella vita di ognuno di noi si verifichino in media al massimo una ventina di situazioni di reale pericolo o sconfitta e il resto dei momenti lo sprechiamo avendo paura di quello che ci potrà capitare, ma dico io, ma ci conviene?!? o) Te lo dice una che da più di dieci anni convive con il panico consapevole però di non esserne direttamente responsabile o) Un saluto…..Daniela
Il tuo post ha colto nel segno: infatti io, come si suol dire, sono spesso travolta dall’ira, e povero chi ci capita!!!! Mi hai messa in crisi: vado a leggere il De ira di Seneca, a volte i classici offrono un valido spunto di riflessione….
C.
… i classici, sono il primo sospiro delle nostre giornate, quando il sole ancora ci scruta dalle persiane. ciao
In macchina divento una “belva”. Ma tutto si ferma sempre alle parole.
La paura é qualcosa di inscindibile dall’uomo, ogni tempo ha le sue e ogni generazione si difende come puó.